Intenti di ricerca: la chiave per farti trovare (e capire) davvero online

Dietro ogni ricerca c’è una storia. E di solito inizia da un dubbio.

Quante volte mi capita di parlare con imprenditori, professionisti, aziende che mi dicono:

“Abbiamo un sito, abbiamo scritto articoli… ma non arrivano persone davvero interessate.”

La verità è che non basta “essere online”: bisogna capire cosa stanno cercando davvero le persone.

E questo significa entrare nel mondo degli intenti di ricerca.

Dietro ogni query non c’è solo una parola digitata: c’è un problema, un bisogno, un confronto mentale tra opzioni, una decisione da prendere.

E se tu non intercetti quel momento, stai semplicemente parlando nel vuoto.

Cos’è davvero un intento di ricerca (senza tecnicismi inutili)

È la motivazione dietro la query. Punto.

Quando una persona apre Google, non sta solo “cercando dati”.

Sta cercando una direzione.

Gli intenti di ricerca sono questo: il motivo per cui nasce una ricerca.

In pratica: cosa vuole davvero trovare quella persona?

Ed è qui che molte aziende sbagliano: scrivono contenuti su quello che vogliono dire… non su quello che le persone vogliono capire.

Le 3 categorie che non puoi ignorare (e a cosa servono nella pratica)

Intenti informativi: cerco risposte

Esempio reale: “come migliorare la comunicazione del mio brand”.

Qui la persona non sta cercando un servizio.

Sta cercando di orientarsi.

Se tu entri in questo momento con contenuti chiari, naturali, utili… diventi una presenza affidabile.

Intenti comparativi o commerciali: sto valutando

Query tipo: “agenzia branding milano”, “brand experience oppure rebranding”.

Qui la persona sta già mettendo a confronto opzioni.

È il momento in cui mostrare esperienza, competenza, metodo.

Nel nostro lavoro, con il Brand Experience Mastery, è spesso qui che le aziende si accorgono di quanto una comunicazione coerente faccia la differenza.

Intenti transazionali: sono pronto

Query come: “richiedi consulenza branding”, “agenzia marketing preventivo”.

Sono ricerche con un obiettivo chiaro: agire.

E se la tua struttura di contenuti è stata costruita bene, a questo punto non devi convincere: devi solo accogliere.

Perché gli intenti di ricerca sono diventati così importanti (soprattutto nel 2025)

Non stai parlando a Google. Stai parlando a persone assistite da AI.

Oggi chi cerca online non è più solo un utente davanti allo schermo.

È un utente più AI.

I modelli generativi hanno cambiato tutto:

– interpretano contesto

– collegano concetti

– capiscono la coerenza del tuo brand

– verificano quanto sei “autentico” e non un sito qualsiasi

Ecco perché oggi non basta ottimizzare una pagina: serve costruire un ecosistema coerente, narrativo, riconoscibile.

In JSD lo facciamo ogni giorno con il nostro metodo Brand Experience Mastery, proprio perché un brand, online, non può più permettersi di comunicare “pezzi” sparsi.

Dagli intenti di ricerca alla GEO: come si collega tutto

GEO non è geolocalizzazione: è comprensione.

Quando parliamo di GEO in ottica SEO, non intendiamo la posizione geografica.

Parliamo della capacità dei sistemi di AI (e degli utenti) di:

  • capire chi sei
  • capire cosa fai davvero
  • capire cosa rappresenti nel mercato
  • capire a quale categoria appartieni
  • capire la tua differenza

Gli intenti di ricerca accendono il faro.

La GEO gli fa mettere a fuoco il soggetto.

È come se dicessi a Google e all’AI:

“Ok, questo contenuto risponde a un intento. Ma questa è anche la cornice in cui voglio essere interpretato.”

Perché SEO e GEO insieme fanno la differenza

  • Se segui solo gli intenti → attirerai traffico, ma non qualificato.
  • Se fai solo GEO → posizionerai la tua categoria, ma non intercetterai ricerche reali.
  • Se li metti insieme → costruisci un brand che viene trovato, capito e scelto.

E questo cambia tutto.

Come lavoriamo in JSD sugli intenti di ricerca (approccio pratico)

Non partiamo da Google. Partiamo dalle persone.

Quando analizziamo gli intenti di ricerca, non ci limitiamo ai volumi.

Andiamo a vedere:

  • i problemi reali che rappresentano
  • le emozioni dietro le domande
  • le aspettative di chi cerca
  • il modo in cui il brand può inserirsi come guida

Poi costruiamo la struttura dei contenuti tenendo insieme:

  • search intent
  • narrativa
  • coerenza visiva
  • tono di voce
  • GEO

È qui che, nel nostro servizio dedicato alla costruzione del sistema di comunicazione, approfondiamo come trasformare contenuti scollegati in un ecosistema che parla da solo.

E sì, in molti casi il punto di partenza è proprio capire perché oggi non vieni trovato dalle persone giuste.

Come capire gli intenti di ricerca del tuo pubblico (anche senza fare l’analista)

Osserva i segnali più ovvi (che spesso vengono ignorati)

  • Le domande ricorrenti dei clienti
  • Gli errori che fanno ogni giorno
  • Le paure più frequenti
  • Le ricerche che fanno prima di contattarti
  • I contenuti che già funzionano

Gli intenti non sono formule: sono comportamenti.

E quando li capisci, puoi costruire contenuti che aiutano davvero.

Da dove partire se vuoi migliorare la tua SEO oggi

Non partire dal “cosa scrivere”, ma dal “perché lo cercherebbero”

Quando inizio un progetto, la prima domanda che faccio è:

“Qual è l’esperienza di chi ti sta cercando?”

E da lì costruiamo tutto.

Il momento giusto per iniziare (se vuoi fare un salto di qualità vero)

Gli intenti di ricerca ti mostrano le strade che le persone percorrono.

La GEO ti permette di essere riconosciuto mentre le attraversano.

Quando le unisci, non stai solo facendo SEO:

stai costruendo un brand che viene percepito come affidabile, coerente e desiderabile.

E, onestamente, è questo che fa crescere le aziende nel lungo periodo.

Non l’algoritmo: l’esperienza che generi.

Domande frequenti che mi fanno spesso sugli intenti di ricerca

Cosa sono davvero gli intenti di ricerca?

Sono il motivo per cui una persona effettua una ricerca. Problema, dubbio, confronto o decisione.

Ascolta i clienti, osserva i contenuti che funzionano e analizza le domande ripetitive.

, sono due modi diversi per indicare la motivazione dietro una query.

Determinano quali contenuti creare, come strutturarli e come inserirti nel percorso decisionale dell’utente.

Gli intenti dicono cosa cercano.

La GEO dice come devono interpretare il tuo brand.

Assolutamente sì. È esattamente il tipo di lavoro che facciamo con il nostro metodo Brand Experience Mastery.

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